Pazzi-enti psichiatrici. Testimonianze in prosa, poesia, disegni…

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Dall’autorx: “Sono una persona che è stata pesantemente psichiatrizzata lesbica e trans e ho in questa zine raccolto testimonianze con le istituzioni psichiatriche per arricchire con materiale concreto, vario e complesso (intersecandolo anche con antirazzismo e tematiche queer /transfemministe) il discorso antipsichiatria che a volte percepisco privo di fondamento esperienziale. A presto con una parte 2!”

Colonialismo, imperialismo e liberazione animale

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Il primo testo di questa raccolta, che vuole portare un punto di vista indigeno sulla questione della liberazione animale, mostra l’inconsistenza dell’accusa rivolta all’antispecismo di voler imporre valori occidentali alle culture e alle società indigene, argomentando come al contrario molte di queste culture siano state spinte proprio dal colonialismo ad abbandonare il loro rapporto empatico con la natura e gli animali. Di conseguenza, le comunità indigene possono trovare nel proprio patrimonio spirituale e culturale motivi per andare oltre il rapporto mercificato con gli animali che è tipico dell’Occidente. Il secondo testo propone una lettura ecofemminista postcoloniale delle leggende aborigene Mi’kmaq, dalla cui cultura l’autrice proviene, come base per un veganismo radicato nella cultura indigena. L’analisi mostra che queste storie specifiche descrivono gli animali come fratelli dell’umanità, espressione confermata da manifestazioni più ampie dei valori culturali Mi’kmaw relativi al rapporto tra gli esseri umani e gli altri animali. Tali storie offrono un’alternativa al modello coloniale di gestione e dominio delle relazioni tra esseri umani e animali.

Contro il mese del Pride durante un cazzo di genocidio

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“Non sono impaziente del mese del Pride, o piuttosto, quel che sembra essere a occhio nudo, UN MESE BIANCO GAY ABILE CHE IL CAPITALISMO LASCIA SFOGGIARE. (…) Il mese del Pride non mi fa sentire per un cazzo fierx come persona queer disabile non binaria che sta in lutto durante questo genocidio in corso”

Stonewall significa rivolta qui e ora

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Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario delle prime marce in commemorazione della resistenza dei rivoltosi queer a Stonewall. La commercializzazione dei festival Pride™ aziendali è stata duramente criticata dallx queer radicali in ogni fase del processo. Mentre le sfide anticapitaliste nei confronti del Pride continuano, la lotta contro la Polizia s’intreccia alle radici stesse della nostra storia collettiva, sottolineando le contraddizioni dei Pride negoziabili e strabordanti di sbirri. Le persone queer di oggi, ispirate dal coraggio di Black Lives Matter e dal ricordo della nostra storia tumultuosa, sono pronte a ricordare il fatto che la polizia rimane sempre un nemico della queerness.

Rinselvatichire la stregoneria

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La stregoneria non è mai stata passiva di fronte al potere. La nostra stregoneria non sarà messa a tacere in un momento come questo, non sarà civile. La stregoneria non può ritirarsi nella natura selvaggia, perché non c’è più alcuna natura selvaggia esteriore che resta; al contrario, dobbiamo esteriorizzare la nostra selvatichezza interiore, dobbiamo risvegliare l’animale nei nostri corpi. Questa è la stregoneria come contagio, come fiamma vivente. Noi streghe dobbiamo, seppur riluttanti, restituire la maledizione che è stata lanciata su tutte noi.

Ciò che dissi a Victor Frankenstein… di Susan Stryker

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“La rabbia transgender è furia queer, risposta emotiva alle condizioni in cui diventa imperativo adottare, per la propria sopravvivenza come soggetto, un insieme di pratiche che accelerino l’esclusione da un ordine naturalizzato dell’esistenza che intende restare l’unico fondamento possibile per la costituzione del soggetto”

Patriarcato e specismo

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Patriarcato e specismo sono forme di oppressione che si intersecano e che si manifestano in molti modi. Capire come queste forze di intersecano aiuterà ad esaminare come le persone identificate come maschi possono liberarsi dagli aspetti insidiosi di ciascuna di esse. In questo testo esaminiamo in che modo il patriarcato rinforzi lo specismo, come lo specismo rinforzi il patriarcato e perché abbiamo bisogno di contrastare entrambe le ideologie di dominio, sia per la liberazione degli animali non umani, sia per quella degli uomini.

BAUZINE. Antispecismo e corpi dissidenti

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“Animale” è una parola utile a designare qualsiasi essere “deviante” dalla norma, tracciandone la pericolosità sociale e l’individualità non conforme alla cultura dominante prevalente, questo indipendentemente dalla sua reale appartenenza alla costruita categoria “umana” o “animale”. L’intersezione tra le oppressioni aiuta a mettere in evidenza l’animalizzazione come chiave di lettura dei meccanismi di precarizzazione e vulnerabilità. Tuttavia, ciò richiede anche il riconoscimento delle specificità di ciascuna relazione di dominio, al fine di contribuire a smantellare queste stesse relazioni su cui i sistemi di oppressione si reggono.
In questo opuscolo si approfondiscono i rapporti tra specismo e cis-etero-patriarcato, razzismo, abilismo e sanismo.

MICROMACHISMI. La violenza invisibile nella coppia e il potere maschile nella coppia “moderna”

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Prendendo come base descrittiva la coppia eterosessuale convivente con figlx, Luis Bonino, coordinatore del “Centro de Estudios de la Condición Masculina”, visibilizza in questi testi la molteplicità di pratiche di violenza e dominazione maschile nel quotidiano, da lui denominate “micromachismi”: tutte quelle dinamiche di piccole tirannie, terrorismo intimo o violenza “blanda” che spesso non vengono nemmeno riconosciute ma fanno parte a pieno titolo della violenza maschile. La violenza di genere infatti non può essere ridotta alle sue manifestazioni più tragiche ed eclatanti ma si inscrive in dinamiche di potere continuative che si esercitano nelle interazioni, in una capacità di controllare e dominare la vita o le azioni di altre persone.

Corpi in fuga. Una riflessione sul contatto, la disconnessione e il desiderio

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“Il corpo dell’altrx non è una risposta ai nostri vuoti. Il desiderio è sano solo quando è scelto. Quando nasce dalla lucidità, non dalla solitudine. Quando rispetta la distanza, senza scambiarla per freddezza. Quando sa dire: “ti vedo”, senza aggiungere: “ti voglio”. Il mio corpo non è un segnale stradale verso l’intimità. Non è una risposta automatica. È un luogo in cui entrare solo se si sa restare in ascolto. Il desiderio non è un diritto, ma un invito. E come ogni invito, può anche non essere accettato.”