Stonewall significa rivolta qui e ora

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Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario delle prime marce in commemorazione della resistenza dei rivoltosi queer a Stonewall. La commercializzazione dei festival Pride™ aziendali è stata duramente criticata dallx queer radicali in ogni fase del processo. Mentre le sfide anticapitaliste nei confronti del Pride continuano, la lotta contro la Polizia s’intreccia alle radici stesse della nostra storia collettiva, sottolineando le contraddizioni dei Pride negoziabili e strabordanti di sbirri. Le persone queer di oggi, ispirate dal coraggio di Black Lives Matter e dal ricordo della nostra storia tumultuosa, sono pronte a ricordare il fatto che la polizia rimane sempre un nemico della queerness.

Rinselvatichire la stregoneria

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La stregoneria non è mai stata passiva di fronte al potere. La nostra stregoneria non sarà messa a tacere in un momento come questo, non sarà civile. La stregoneria non può ritirarsi nella natura selvaggia, perché non c’è più alcuna natura selvaggia esteriore che resta; al contrario, dobbiamo esteriorizzare la nostra selvatichezza interiore, dobbiamo risvegliare l’animale nei nostri corpi. Questa è la stregoneria come contagio, come fiamma vivente. Noi streghe dobbiamo, seppur riluttanti, restituire la maledizione che è stata lanciata su tutte noi.

Ciò che dissi a Victor Frankenstein… di Susan Stryker

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“La rabbia transgender è furia queer, risposta emotiva alle condizioni in cui diventa imperativo adottare, per la propria sopravvivenza come soggetto, un insieme di pratiche che accelerino l’esclusione da un ordine naturalizzato dell’esistenza che intende restare l’unico fondamento possibile per la costituzione del soggetto”

Patriarcato e specismo

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Patriarcato e specismo sono forme di oppressione che si intersecano e che si manifestano in molti modi. Capire come queste forze di intersecano aiuterà ad esaminare come le persone identificate come maschi possono liberarsi dagli aspetti insidiosi di ciascuna di esse. In questo testo esaminiamo in che modo il patriarcato rinforzi lo specismo, come lo specismo rinforzi il patriarcato e perché abbiamo bisogno di contrastare entrambe le ideologie di dominio, sia per la liberazione degli animali non umani, sia per quella degli uomini.

BAUZINE. Antispecismo e corpi dissidenti

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“Animale” è una parola utile a designare qualsiasi essere “deviante” dalla norma, tracciandone la pericolosità sociale e l’individualità non conforme alla cultura dominante prevalente, questo indipendentemente dalla sua reale appartenenza alla costruita categoria “umana” o “animale”. L’intersezione tra le oppressioni aiuta a mettere in evidenza l’animalizzazione come chiave di lettura dei meccanismi di precarizzazione e vulnerabilità. Tuttavia, ciò richiede anche il riconoscimento delle specificità di ciascuna relazione di dominio, al fine di contribuire a smantellare queste stesse relazioni su cui i sistemi di oppressione si reggono.
In questo opuscolo si approfondiscono i rapporti tra specismo e cis-etero-patriarcato, razzismo, abilismo e sanismo.

MICROMACHISMI. La violenza invisibile nella coppia e il potere maschile nella coppia “moderna”

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Prendendo come base descrittiva la coppia eterosessuale convivente con figlx, Luis Bonino, coordinatore del “Centro de Estudios de la Condición Masculina”, visibilizza in questi testi la molteplicità di pratiche di violenza e dominazione maschile nel quotidiano, da lui denominate “micromachismi”: tutte quelle dinamiche di piccole tirannie, terrorismo intimo o violenza “blanda” che spesso non vengono nemmeno riconosciute ma fanno parte a pieno titolo della violenza maschile. La violenza di genere infatti non può essere ridotta alle sue manifestazioni più tragiche ed eclatanti ma si inscrive in dinamiche di potere continuative che si esercitano nelle interazioni, in una capacità di controllare e dominare la vita o le azioni di altre persone.

Corpi in fuga. Una riflessione sul contatto, la disconnessione e il desiderio

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“Il corpo dell’altrx non è una risposta ai nostri vuoti. Il desiderio è sano solo quando è scelto. Quando nasce dalla lucidità, non dalla solitudine. Quando rispetta la distanza, senza scambiarla per freddezza. Quando sa dire: “ti vedo”, senza aggiungere: “ti voglio”. Il mio corpo non è un segnale stradale verso l’intimità. Non è una risposta automatica. È un luogo in cui entrare solo se si sa restare in ascolto. Il desiderio non è un diritto, ma un invito. E come ogni invito, può anche non essere accettato.”

[LIBRO] Incontro con l’androgino di Elémire Zolla

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Quando la mente si innalza al di sopra dei nomi e delle forme, non può che toccare il punto in cui anche le divisioni sessuali vengono superate.

Né uomo né donna, ma uomo e donna insieme: questo è l’androgino. Fanciullo malioso, nel mito greco assunse in un solo nome, Ermafrodito, quello dei divini genitori, Ermes e Afrodite, e si fuse in un liquido abbraccio con una ninfa. Ma non è solo fra gli dei della Grecia che troviamo una traccia inquietante della differenza negata. Nel vertiginoso resoconto che Elémire Zolla ci offre in questo libro, l’androgino è una costante nella cultura di tutti i popoli, traspare nelle immagini leonardesche di san Giovanni Battista, assume le vesti di personaggi letterari come l’Orlando di Virginia Woolf, dona una fisionomia indimenticabile agli sciamani di Castaneda. Fascino, inquietudine, turbamento: questo è il modo di agire di un archetipo. Quello dell’androgino ci svela una verità intima e profonda: l’elusività della sessualità umana.

Piccola guida di disempowerment per uomini profemministi

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Questo testo, nato nel contesto canadese, è stato pubblicato nel 2014 sulla rivista “Possibles”. L’autore, Francis Dupuis-Déri, fa parte della facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Québec a Montréal e da tanti anni si occupa di anarchismo, movimenti sociali e femminismo, curando insieme ad altre autrici (tra le quali Mélissa Blais e Diane Lamoureux) raccolte di saggi sul tema del mascolinismo anti-femminista. Ne proponiamo la traduzione non intendendola come una lista di regole “belle e pronte” da imparare a memoria, ma come un’interessante serie di suggerimenti pratici e spunti di riflessione utili nel compito che riteniamo doveroso per chiunque, uomo cis, voglia seriamente mettere in discussione le dinamiche di potere che volontariamente o meno mettiamo in atto, nelle nostre relazioni, negli spazi che frequentiamo, nelle lotte a cui prendiamo parte.

Judith Butler, Chi ha paura del gender?

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“Il gender è diventato un punto focale per la mobilitazione politica di destra, e viene associato a una gamma di questioni tra cui i possibili danni arrecati ai bambini e in loro nome, soprattutto quando è concepito come un’ideologia demoniaca. Quello che dovrebbe essere un dibattito, ma non è un dibattito, è esacerbato da una serie di paure esistenti. La paura che qualcosa chiamato gender abbia il potere di rubare l’identità sessuale di qualcunx o che sia un artificio, identificando la teoria della costruzione sociale con la falsità e la finzione; che sia una forma di colonizzazione che, se lasciata incontrollata, invaderà la sfera pubblica come le persone migranti indesiderate; che rappresenti l’ascesa di poteri totalitari, […] o che segni il punto estremo dell’ipercapitalismo, una visione fatta propria dal Vaticano. […] La mia ipotesi è che il termine ‘genere’ abbia catalizzato una varietà di ansie e paure che provengono da diverse fonti, comprese le condizioni economiche ed ecologiche” (Judith Butler).