Critica alla PrEP

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Non ha senso, né è giustificabile dal punto di vista della salute pubblica, identificare e isolare preventivamente un settore sano della popolazione ed esporlo al trattamento PrEP per evitare una probabilità di infezione da HIV, sostenendo che sia ad alto rischio a causa del modo in cui ha rapporti sessuali, quando sono già disponibili misure più efficaci, sicure e accessibili, tenendo conto del danno certo e prevedibile a cui saranno sottoposte la salute e la vita di queste persone, ed essendo dimostrato che la PrEP non è né efficace, né sicura, né necessaria.
Da tempo la comunità gay sta venendo usata come soggetto di sperimentazione e bacino di utenza per tutta una serie di vaccini e profilassi sanitarie che fanno la ricchezza delle multinazionali farmaceutiche: le associazioni LGBTQIA+, con scarso spirito critico, non fanno altro che spingere i propri associati a vaccinarsi contro ogni sorta di malattia o presunta emergenza sanitaria, dal vaiolo delle scimmie alla banale influenza, dal covid alle epatiti A-B e il papilloma virus. E ora la PrEP, che sebbene non sia un vaccino, agisce secondo un simile teorema di “prevenzione”.
E’ ora che anche nella comunità gay si cominci ad affrontare un discorso critico sul tema della medicalizzazione della salute, di cui speriamo questo testo possa essere un apripista.