Audre Lorde. Raccolta di poesie scelte

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Materiale analitico sul capitalismo, il sessismo, l’omotransfobia e il razzismo in chiave anarchica se ne trova e ben venga che continuino ad esserci persone che utilizzano questa modalità ma, ora più che mai, c’è bisogno anche di materiali che escono dalla logica dei discorsi. Contenuti che sorpassando l’analisi colpiscano direttamente la nostra pancia permettendoci di viaggiare nel mondo delle sensazioni e delle emozioni. E’ per questo motivo che abbiamo pensato di raccogliere in un opuscolo alcune poesie di Audre Lorde, poetessa nera lesbica e femminista.

Mitopoiesi trans

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“Mitopoiesi TRANS: il potere trasformativo del sistema corpo-mente” tiene insieme esperienze di politica queer dal basso, pratiche artistiche e racconti individuali. Un assemblaggio di visioni che restituisce la complessità di esperienze dei corpi trans e dei corpi trans non binari. La forma scelta è un impasto creativo, materia viva che si trasforma ad ogni sguardo, che può essere aperta e letta a partire da qualsiasi punto. Il tono è confidenziale e permette di entrare con tatto nelle contraddizioni, sottolineando così il valore salvifico e rivoluzionario delle relazioni politiche che intessiamo.

N.d.a.:
Sono Lud, persona trans non binaria e terrona. Ho piacere nel condividere questo lavoro in uno spazio accessibile a tuttx, digitale e di lotta. Nonostante ciò, sono molto legato alla versione cartacea, che permette di riconoscersi e scambiarsi esperienze. Se sei unx singolx o una realtà che vuole contribuire al progetto e immaginare una presentazione e chiacchiera di persona ne sarò felice. Puoi scrivermi qui: lud.o@anche.no

Critica alla PrEP

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Non ha senso, né è giustificabile dal punto di vista della salute pubblica, identificare e isolare preventivamente un settore sano della popolazione ed esporlo al trattamento PrEP per evitare una probabilità di infezione da HIV, sostenendo che sia ad alto rischio a causa del modo in cui ha rapporti sessuali, quando sono già disponibili misure più efficaci, sicure e accessibili, tenendo conto del danno certo e prevedibile a cui saranno sottoposte la salute e la vita di queste persone, ed essendo dimostrato che la PrEP non è né efficace, né sicura, né necessaria.
Da tempo la comunità gay sta venendo usata come soggetto di sperimentazione e bacino di utenza per tutta una serie di vaccini e profilassi sanitarie che fanno la ricchezza delle multinazionali farmaceutiche: le associazioni LGBTQIA+, con scarso spirito critico, non fanno altro che spingere i propri associati a vaccinarsi contro ogni sorta di malattia o presunta emergenza sanitaria, dal vaiolo delle scimmie alla banale influenza, dal covid alle epatiti A-B e il papilloma virus. E ora la PrEP, che sebbene non sia un vaccino, agisce secondo un simile teorema di “prevenzione”.
E’ ora che anche nella comunità gay si cominci ad affrontare un discorso critico sul tema della medicalizzazione della salute, di cui speriamo questo testo possa essere un apripista.

Le TERF sono fasciste? Terf, complottismo e queerfobia

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L’opposizione al movimento delle TERF (‘Trans Exclusionary Radical Feminist’) va inquadrata nella più generale lotta contro ogni forma di fascismo, poiché le TERF incarnano una variante specifica del fascismo.
La caratteristica del movimento delle TERF è di essere composto da donne cisgender, bianche, economicamente privilegiate. La preservazione di questi privilegi e del tipo di femminilità a essi associati è ciò che le spinge a salvaguardare i rigidi confini patriarcali del genere a scapito di donne trans, uomini trans e persone dal genere non conforme.
È qui che arriviamo al vero cuore del TERFismo, e al punto in cui si allinea con il fascismo come movimento più ampio: il TERFismo è una forma di queerfobia specializzata, velata ed estrema. E come forma di fascismo va contrastato, con ogni mezzo necessario.

Smantellare il privilegio cissessuale e altri testi di Julia Serano

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L’attivista transfemminista Julia Serano analizza in questi testi il funzionamento del privilegio cissessuale, ovvero l’utilizzo di un doppio standard per promuovere l’idea secondo cui i generi trans siano diversi e meno legittimi dei generi cis; le modalità specifiche di discriminazione subite dalle donne trans (transmisoginia); i termini che utilizziamo per definire la nostra esperienza di genere.

“È solo allontanandosi dall’idea che vi siano sessi “opposti” e lasciandosi alle spalle i valori culturali che vengono assegnati alle espressioni di femminilità e mascolinità, che sarà possibile avvicinarsi finalmente alla parità di genere. Combattendo contemporaneamente il sessismo oppositivo e il sessismo tradizionale, possiamo rendere il mondo un posto più sicuro per quellx di noi che sono queer, quelle di noi che sono femminili e per quelle di noi che sono femmine, rafforzando così le persone di ogni genere e sessualità.”

E allora gli stupratori? Un approccio anarchico al crimine e alla giustizia

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E allora gli stupratori? (What about the rapists?) è un insieme di testi che si focalizzano sui processi di responsabilizzazione basati sulla Giustizia Trasformativa (GT), prendendo come esempi dei processi avviati in ambienti anarchici per far fronte alle violenze sessuali ai danni di soggettività donne e/o trans. Tale insieme di testi ci permette di pensare a nuove modalità di risoluzione dei conflitti che puntino ad una trasformazione radicale (che vada quindi alla radice del problema) degli individui coinvolti e di conseguenza delle comunità che li circondano.

In questa zine verranno affrontati vari punti, tra cui: cos’è la giustizia trasformativa e come funziona; cos’è un processo di responsabilizzazione; perché questi processi sono importanti ai fini di una trasformazione profonda della società; quali sono le insidie e i contro di tali processi…

Hai mai visto un varietà di pesciammocche??? Scritti e immagini di Assembramentah 2020-2023

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“Siamo drag, travestit*, femminell’, ricchione, froce, lelle, puttane, femministe, transfemministe. Siamo stanch*, sfrante e sfrenate, Scendiamo in piazza per rivendicare il nostro posto al sole, vogliamo skekkare e urlare che siamo un po’ tanto incazzat! E tu, che fai, non vieni?”

Assembramentah nasce come pride, prima ancora che come collettivo, nei centri sociali del centro di Napoli. Nasce con la pandemia, il lockdown e i coprifuochi, e muore con loro. Qui troverai raccolti testi, immagini (e pure qualche video) prodotti in tre anni. Riutilizzali, ispiratene, falli vivere.

Transe e dépense, di Luciano Parinetto

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Nel 1609, Pierre de Lancre, consigliere del Re di Francia, viene inviato nel Labourd, regione basca al confine tra Spagna e Francia, per condurre una crociata contro le streghe.
Dalle descrizioni e dalle confessioni che ci ha lasciato quest’inquisitore, emerge la dimensione sociale e comunitaria dei riti sabbatici praticati in questi villaggi di pescatori. Sorta di fiere paesane, frequentate da migliaia di uomini e donne, questi culti del Sabba sono espressione di una comunità antichissima e della sua refrattarietà all’imposizione della proprietà privata e della logica produttivistica del capitalismo in ascesa.
L’incompatibilità di questi diavoli baschi con la modernità mercantile ne fa dei veri e propri indios interni, accomunati a quelle popolazioni di amerindi selvaggi che, proprio in quegli anni, conoscono l’apice di un genocidio condotto dai cristianissimi colonizzatori in nome della civiltà del denaro.
Non solo. In questa comunanza nell’alterità, e nella persecuzione, si intreccia un sotterraneo filo rosso di esperienze e percorsi, spirituali e di resistenza, a prima vista lontanissimi tra loro: dalle economie del dono di selvaggi ancora immersi nello stato di natura, alla morale evangelica autentica del non darsi pena del domani, dal comunismo profetico di Thomas Müntzer e dei contadini tedeschi in rivolta, al superamento estatico dei confini tra l’“io” e il “tu” vissuto da mistici e martiri di ogni fede.

L’eresia delle femmine ribelli. Donne delle foreste e delle montagne

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Non fu tanto la religione, quanto il razionalismo militante, che alla fine fece scomparire le fate e le altre creature silvestri. Se la Chiesa si era limitata a mettere in guardia contro spiriti che potevano essere pure di obbedienza satanica, il razionalismo ne negò l’esistenza, come negò quella del Diavolo e delle streghe. A scuola si imparò che erano tutte “superstizioni d’altri tempi”. La foresta, finalmente liberata dal suo incantesimo, poteva ormai essere sfruttata secondo la tecnologia moderna, che distruggeva l’ambiente. La solcarono strade; rettifili disboscati penetrarono fin nel più fitto degli alberi. Il “popolo degli alberi” perse l’unica risorsa di cui disponeva, il rifugio in cui ritirarsi al di fuori dell’influenza dei “civili” (che erano riusciti a occupare ogni angolo), in cui vagare a proprio piacimento come gli animali selvatici. E perse Dio. Streghe, eretiche, delinquenti: dove sono andate a finire le antiche femmine ribelli delle Alpi e delle foreste d’Europa? Bruciate dai roghi, naturalmente; fatte a pezzi sui patiboli, in mezzo alla gente di città, curiosa ed eccitata; ridicolizzate dagli intellettuali e dimenticate, soprattutto. Perché dopo l’Inquisizione, che pure fece tanti morti, il ricordo di loro rimase: e le creature mitiche continuarono, per secoli, a parlare attraverso le storie delle vecchie e a popolare le notti senza luna.