Froci e femminismo

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Alcune riflessioni sul fatto di definirsi come “frocio”. Sul rapporto ai femminismi, soprattutto le questioni legate allo statuto/posizione sociale, alla legittimità e allo spazio occupato negli ambienti e lotte femministe. Ma anche, piu in generale, alcune riflessioni sui legami che esistono tra una condizione/posizione sociale e delle idee politiche e su come sia possibile e/o pertinente lottare da una posizione di dominante.

Scritti transfemministi – un’antologia

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Questa raccolta di testi transfemministi vuole essere un punto di partenza per lanciare una serie di riflessioni che emergono dall’intrecciarsi tra esperienza trans e femminismo. Potremmo definire il transfemminismo come una corrente del femminismo prodotta dalle persone trans, sulla base della constatazione che le nostre esperienze dell’identità, dei ruoli di genere e del sessismo possono essere contributi importanti e gettare nuova luce sulle questioni che da sempre interessano la lotta all’etero-patriarcato.

Proprio come le donne non bianche, con le diverse espressioni del femminismo non occidentale (femminismo nero, chicano, postcoloniale ecc.) hanno contributo ad arricchire il femminismo con le loro analisi di come si intrecciano i meccanismi del genere, la costruzione della “razza” e la condizione socio-economica, smascherando la presunta universalità del femminismo (bianco borghese), oggi il transfemminismo pone nuove sfide ad alcuni degli assunti di base del femminismo, costringendo ancora una volta quest’ultimo a fare i conti con le voci che erano finora rimaste marginalizzate dalla narrazione dominante.

Migrazione e detenzione delle donne nel CPR di Ponte Galeria

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Il CPR di Ponte Galeria, entrato in funzione a settembre del 1999, attualmente è l’unico in Italia a recludere donne senza documenti. Da quando la sezione maschile è stata chiusa a seguito della rivolta dei reclusi nel dicembre 2015, sebbene gli appalti per la ricostruzione siano stati assegnati, i lavori sembrano attualmente fermi. Ci teniamo a specificare che quanto diremo è il risultato della nostra esperienza derivante dai contatti avuti con alcune detenute e dal nostro percorso di riflessione, e non è nostro intento assolutizzarla.

Indice:
-Introduzione
-Daspo urbano e sex work
-La costruzione mediatica della figura del e della migrante
-Alcuni ostacoli all’organizzazione collettiva delle recluse
-Tentativi di contatto e solidarietà con le recluse
-Conclusione

Prigionierx trans e queer in lotta

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Perchè un bollettino specifico sulle persone trans e queer prigioniere?

Nel 2016 il prigioniero trans anarchico Marius Mason ha proposto una giornata annuale e internazionale di solidarietà ai/le prigionierx trans. Ogni 22 gennaio le persone e i gruppi che vogliono esprimere solidarietà possono organizzare una serata benefit, distribuire volantini o scrivere una lettera a una delle persone in carcere. Vi sono storie che meritano di essere raccontate e persone che meritano di essere supportate per la loro lotta. Quello che Marius ha lanciato è uno spunto, ma ovviamente la solidarietà non deve necessariamente limitarsi a una giornata all’anno. Ho ritenuto importante raccogliere le storie più significative di alcune persone trans e queer in carcere, alcune delle quali si riconoscono nelle idee anarchiche, mentre altre si trovano incarcerate per essersi difese dalla violenza transfobica o omofoba contrattaccando. In molti dei loro casi, sulla loro stessa pelle, è evidente l’intrecciarsi delle oppressioni razziali e di classe con quelle di genere.

E’ disponibile anche una traduzione in castillano di questa zine: presxstransenlucha

La bussola nel caos

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La bussola nel caos è una fanzine partecipativa di ispirazione antipsichiatrica, ideata per avere uno strumento per navigare attraverso le crisi, i brutti periodi, o anche solo le difficoltà che capitano a tutt*.
E’ un piccolo tentativo di empowerment ed autonomia nella gestione psico-emozionale, per andare oltre alla delega e alla patologizzazione, ma soprattutto per riflettere su di sé, sul concetto di cura, su che vuol dire stare bene al di là di cosa è considerato “sano” o “normale”. E’ un invito concreto a liberarci tra di noi e liberare il mondo che ci circonda, perché anche la cura è una questione politica.

Facendo a pezzi la cultura della monogamia

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Con questo testo si vorrebbe inaugurare un ragionamento: che cos’è la cultura della monogamia? Come funziona, che effetti ha sulla società in cui viviamo, sulle nostre vite e sulle nostre identità?
Si vorrebbe identificare e discutere i problemi che da questa cultura scaturiscono, collegarla ai processi economici che la determinano e proporre alternative economiche e relazionali che tendano alla costruzione di relazioni più libere, coscienti, responsabili: un ottimo inizio per andare verso il superamento del sistema patriarcale capitalista.

Versione in castillano: desmontando-la-cultura-de-la-monogamia-3-0

Gli “spazi safe” ci mettono in difficoltà?

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In reazione all’utilizzo sempre più significativo delle espressioni «sentirsi safe» e «spazio safe» negli ambienti femministi e/o transfrocilesbo e queer, francesi ma non solo, questo contributo cerca di interrogare il loro significato politico.

“La volontà di condividere queste riflessioni è uno dei motivi che ci ha spinti a scrivere questo testo, che vorremmo potesse essere un apporto alle discussioni che ci piacerebbe avere in questi giri.”
“Abbiamo constatato che quando viene utilizzato il termine -safe- non si intende per forza la stessa cosa, e che questi significati diversi che si danno alla parola implicano anche visioni politiche diverse, che non sono però esplicitate. Abbiamo quindi avuto voglia di rendere visibile e di analizzare l’ambiguità che esiste rispetto al termine safe. E anche di soffermarci sulle implicazioni politiche che conseguono ai differenti usi della parola.”

Trans non è transhuman

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La questione trans e queer si trova attualmente al centro di diversi dibattiti politico/ideologici che ruotano attorno al tema della tecnologia nella società, ai nessi tra natura e cultura, tra mente e corpo, tra sesso e genere.
Le esperienze di vite trans e queer vengono spesso stravolte nel loro significato, fagocitate e rivomitate da diverse parti per portare acqua ai rispettivi mulini ideologici.
Questo scritto vuole proporre un punto di vista trans/queer su questioni come il transumanesimo, il cyberfemminismo, le correnti post-umaniste da un lato; i femminismi e gli ecologismi transfobici e anti-queer dall’altro…

E’ disponibile anche una versione francese per la lettura: Trans_n_est_pas_transhumanisme-pageparpage_FR
e per la stampa: Trans_n_est_pas_transhumanisme-cahier

Torri più alte sono cadute

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“Con questa fanzine voglio cercare di spiegare l’importanza della presenza costante del discorso e della pratica antisessista e antipatriarcale in tutti quei collettivi che lottano per un mondo più libero. Voglio parlare brevemente delle radici delle attitudini sessiste e di come le riproduciamo nei movimenti sociali. Voglio entrare nel tema delle violenze e di come potremmo rispondervi, ma soprattutto di come non dovremmo rispondere di fronte ad esse. Spero più di ogni cosa di poter apportare alcune proposte costruttive per crescere nel senso di una realtà più antipatriarcale…”

La resistenza è possibile. Intervista alle Rote Zora 1984

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La resistenza è possibile. Intervista alle Rote Zora 1984

“Rote Zora e la sua banda” è la storia di una ragazzina terribile che rubava ai ricchi per dare ai poveri.
Fino ad oggi, sembrava un privilegio degli uomini formare gruppi che agiscono al di fuori della legge. Ma proprio per questo, le mille catene private e politiche con cui veniamo soffocate come ragazze e come donne, ci dovrebbero rendere in massa “bandite” per la conquista della nostra libertà.