Riflessioni sul Privilegio – Affinity # 1

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Gli anarchici che hanno una seria intenzione di sbarazzarsi delle gerarchie hanno bisogno di vedere come loro stessi beneficiano
individualmente da diversi tipi di privilegio, e quindi lavorare per lo smantellamento dei sistemi che rendono possibili quei privilegi.
Tuttavia, quando si fa notare il privilegio a persone che lo possiedono, è raro che vogliano impegnarsi in questo. Arrabbiarsi, mettersi sulla difensiva, sminuire le questioni sollevate e mettersi a parlare invece delle loro esperienze di pregiuzio sono atteggiamenti molto più comuni.

Raccolta di esperienze e riflessioni sulla cultura dello stupro

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I racconti e le riflessioni raccolte in questo opuscolo parlano di esperienze di vita reale, di persone che di fronte a violenze sessuali e stupri hanno avuto il coraggio di alzare la testa nonostante fossero circondate da un ambiente ostile che per gran parte non credeva alle loro storie.

Da sole, o con la solidarietà ed il supporto di poche altre, hanno trovato le parole per descrivere quello che hanno vissuto, prendendo coscienza dell’importanza di condividere la loro storia per stare meglio, per reagire, per comunicare con chi ha vissuto esperienze simili e per agire contro queste violenze sessiste.
La speranza é che la lettura di questi testi susciti non solo un dibattito ma la condivisione di racconti di esperienze tra persone fidate e solidali e più in generale una presa di posizione collettiva di fronte a situazioni simili.

Per critiche, consigli, domande, altre copie di questo opuscolo o qualsiasi altra cosa
scrivi a: partypooper@riseup.net

Verso un ecofemminismo queer, di Greta Gaard

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Alle radici dell’ecofemminismo vi è il riconoscimento che vari sistemi di oppressione si rinforzano a vicenda. Prendendo spunto dall’analisi femminista socialista che vedeva razzismo, discriminazione di classe e sessismo come connessi, le ecofemministe hanno riconosciuto ulteriori somiglianze tra queste forme di oppressione umana e le strutture oppressive dello specismo e del dominio sulla natura. Uno degli impeti iniziali per il movimento ecofemminista fu la presa di coscienza del fatto che la liberazione delle donne – lo scopo di tutte le correnti del femminismo – non poteva essere completamente raggiunta senza la liberazione della natura; e allo stesso modo, la liberazione della natura così ardentemente desiderata dagli ecologisti non si realizzerà senza la liberazione delle donne.
Le attiviste ecofemministe hanno lavorato nei movimenti ecologisti, contro le nocività, nel movimento delle donne, in quello di liberazione animale, e nel movimento contro il capitalismo. Ma nonostante molte ecofemministe riconoscano l’eterosessismo come un problema, manca ancora un’esplorazione sistematica delle potenziali connessioni tra le teorie ecofemministe e quelle queer. Analizzando le costruzioni sociali di ciò che viene descritto come “naturale”, i vari utilizzi del cristianesimo per logiche di dominio, e la retorica del colonialismo, questo saggio cerca quelle interconnessioni teoriche e spinge sull’importanza di sviluppare un ecofemminismo queer.

Transcending Anatomy – Guida ai corpi e alle sessualità trans

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Transcending Anatomy è una guida per aiutare i/le partners di persone trans ad esplorare i corpi e il sesso. Comincia con lo smontare alcuni pregiudizi diffusi, poi affronta le strategie per capire la corporeità del tuo/della tua partner, quale linguaggio usare, cosa vi fa sentire bene. Parla anche di come arrivare a sentirsi a proprio agio con il contatto fisico, di come affrontare la disforia, e di modi creativi grazie ai quali lavorare sui limiti. Non vi dirà cosa dire o fare durante il sesso, o quello che il vostro/la vostra partner vuole – piuttosto pensate a questa guida come a un punto di partenza per sfi dare i vostri pregiudizi e parlare di questo argomento.

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In fondo l’Itaglia è tutta qua

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Dal collettivo di Facciamo Breccia:

“Non dimentichiamo che è del fascismo questo
slogan: famiglia e sicurezza”, questa affermazione di Carla Lonzi è il sottotitolo di In fondo l’Itaglia è tutta qua, pubblicazione autoprodotta dal Coordinamento Facciamo Breccia come risposta al fenomeno che i media  hanno definito “emergenza omofobia”.

In fondo L’Itaglia è tutta qua, l’istant book a cura di Facciamo Breccia intende riannodare fili, proporre analisi, costruire percorsi collettivi di lotta, di liberazione, di autodeterminazione, uniche reali forme di contrapposizione all’emergenza omofobia che emergenza non è. Per non lasciarsi mai mettere nel ruolo delle vittime, per non scadere nell’autovittimizzazione facilitando così il lavoro del carnefice, per non dimenticare la nostra storia collettiva di liberazione, per non rinunciare mai a quell’orgoglio che nel 1969 a New York (rivolta di Stonewall) portò trans, lesbiche e gay a ribellarsi ad un sistema che allora come oggi le/i voleva vittime e capri espiatori al contempo.

Imperialismo Gay: Discorsi su Genere e Sessualità all’Epoca della Guerra al Terrore

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Nell’attuale clima politico repressivo e razzista è importante chiedersi dove ci collochiamo – oggi – come donne, gay, lesbiche e trans. Quanto le nostre soggettività marginalizzate si offrono a legittimare quei poteri che vogliono assimilarci in funzione delle loro politiche di violenza, controllo e repressione sociale?

Facciamo Breccia ha curato la traduzione di “Imperialismo Gay: Discorsi su Genere e Sessualità all’Epoca della Guerra al Terrore” di Jin Haritaworn, con il contributo di Tamsila Tauqir and Esra Erdem che fotografa la complessa realtà dei paesi occidentali dove le questioni delle donne, gay, lesbiche e trans, sono assimilate dalle politiche mainstream per sostenere la guerra al terrore.

Contestualizzata nella situazione Italiana, dove il razzismo è declinato come una vera caccia all’uomo e dove la chiesa cattolica propone un modello di società altrettanto oppressivo, conservatore e tradizionalista di quei sistemi culturali che la “guerra al terrore” vorrebbe debellare, la lettura offre ancora molti spunti di riflessione e fornisce una chiave di lettura del complesso quadro politico e sociale in cui ci troviamo a vivere.

Liberazione Trans, di Leslie Feinberg

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Leslie Feinberg, attivista transgender già autore di testi fondamentali come “Stone Butch Blues”, e “Trans Liberation”, ci narra un episodio di follia transfobica in un’ospedale.

Da qui partono riflessioni sulla lotta che necessariamente le persone trans devono intraprendere, per mettere in discussione il binarismo di genere di cui è impregnata la nostra società.

Il trip schizofrenico e la transessualità, di Mario Mieli

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E’ tempo di frenare la macchina del sistema e arrestarla: è tempo di (ri)conquistare il pianeta e noi stessi, se non vogliamo che la macchina che l’uomo ha costruito, e che si è poi autonomizzata volgendoglisi contro, finisca davvero per provocare una completa catastrofe. Adeguarsi al sistema significa accettare lo sterminio che contro di noi esso sta perpetrando; vuol dire farsene complici.
Il tempo stringe: nè si può più sostenere il potere sotto sotto continuando a identificarsi con una Norma sessuale che gli è funzionale e consona, che ci separa gli uni dagli altri e le une dalle altre poichè si regge sulla condanna dell’omosessualità, che ci separa gli uni dalle altre perchè contrappone gli uomini alle donne, che ci separa da noi stessi poichè si fonda sulla repressione del nostro desiderio polimorfo, ricchissimo, transessuale.
Mario Mieli, 1977

Verso l’insurrezione queer

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Con “queer”, intendiamo “guerra sociale”.
E quando parliamo di queer come conflitto con ogni forma di dominazione, è quello che intendiamo.
Se vogliamo genuinamente ridurre in rovina questa totalità, dobbiamo porre una rottura. Non abbiamo bisogno di inclusione nel matrimonio, nell’esercito e nello stato. Abbiamo bisogno di distruggerli. Basta politici gay e poliziotti gay. Dobbiamo rapidamente articolare un grande spacco tra la politica di assimilazione e la lotta per la liberazione. Abbiamo bisogno di riscoprire la nostra eredità di rivolta come anarchici queer. Dobbiamo distruggere le costruzioni della normalità, e creare piuttosto una posizione basata sulla nostra alienazione dalla normalità, una capace di distruggerla. Dobbiamo usare queste posizioni per istigare le rotture, non solo dalla maggioranza assimilazionista, ma dal capitalismo stesso. Queste posizioni possono diventare strumenti di una forza sociale pronta a creare una completa rottura con questo mondo.

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