Lo schieramento femminista nel campo di battaglia trans
e Transfobia come sintomo (di Patricia Elliot)
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Attraverso questi due articoli, la femminista accademica Patricia Elliot esplora le motivazioni recondite della transfobia espressa da una parte del movimento femminista lesbico radicale (corrente denominata anche “TERF”). Interrogando il “soggetto fobico”, Elliot ci mostra come le posizioni transfobiche delle TERF non poggino tanto su basi razionali quanto su un rifiuto di conoscere, che cela paure e fobie situate nell’inconscio: in particolare l’angoscia per la perdita dei netti confini che separano i sessi/generi, confini il cui pattugliamento è determinante per la costruzione identitaria del soggetto politico del femminismo lesbico radicale. Emergono qui in tutta chiarezza i limiti di una politica identitaria, in particolare laddove questa identità politica si fonda sulla differenza biologica, anzichè su una comunanza di modi di esperire l’oppressione sociale rispetto al genere. Si spiega così la narrazione fantasmatica elaborata dal movimento TERF rispetto alla donna trans, costruita come figura stereotipata e persecutrice, come minaccia onnipresente e pervasiva, causa di effetti nefasti sull’intera società. Un meccanismo di arroccamento identitario e di paura dell’altrx da sè che rispecchia gli schemi di altre ideologie razziste e discriminatorie.