Piccola guida di disempowerment per uomini profemministi

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Questo testo, nato nel contesto canadese, è stato pubblicato nel 2014 sulla rivista “Possibles”. L’autore, Francis Dupuis-Déri, fa parte della facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Québec a Montréal e da tanti anni si occupa di anarchismo, movimenti sociali e femminismo, curando insieme ad altre autrici (tra le quali Mélissa Blais e Diane Lamoureux) raccolte di saggi sul tema del mascolinismo anti-femminista. Ne proponiamo la traduzione non intendendola come una lista di regole “belle e pronte” da imparare a memoria, ma come un’interessante serie di suggerimenti pratici e spunti di riflessione utili nel compito che riteniamo doveroso per chiunque, uomo cis, voglia seriamente mettere in discussione le dinamiche di potere che volontariamente o meno mettiamo in atto, nelle nostre relazioni, negli spazi che frequentiamo, nelle lotte a cui prendiamo parte.

Judith Butler, Chi ha paura del gender?

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“Il gender è diventato un punto focale per la mobilitazione politica di destra, e viene associato a una gamma di questioni tra cui i possibili danni arrecati ai bambini e in loro nome, soprattutto quando è concepito come un’ideologia demoniaca. Quello che dovrebbe essere un dibattito, ma non è un dibattito, è esacerbato da una serie di paure esistenti. La paura che qualcosa chiamato gender abbia il potere di rubare l’identità sessuale di qualcunx o che sia un artificio, identificando la teoria della costruzione sociale con la falsità e la finzione; che sia una forma di colonizzazione che, se lasciata incontrollata, invaderà la sfera pubblica come le persone migranti indesiderate; che rappresenti l’ascesa di poteri totalitari, […] o che segni il punto estremo dell’ipercapitalismo, una visione fatta propria dal Vaticano. […] La mia ipotesi è che il termine ‘genere’ abbia catalizzato una varietà di ansie e paure che provengono da diverse fonti, comprese le condizioni economiche ed ecologiche” (Judith Butler).