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In reazione all’utilizzo sempre più significativo delle espressioni «sentirsi safe» e «spazio safe» negli ambienti femministi e/o transfrocilesbo e queer, francesi ma non solo, questo contributo cerca di interrogare il loro significato politico.
“La volontà di condividere queste riflessioni è uno dei motivi che ci ha spinti a scrivere questo testo, che vorremmo potesse essere un apporto alle discussioni che ci piacerebbe avere in questi giri.”
“Abbiamo constatato che quando viene utilizzato il termine -safe- non si intende per forza la stessa cosa, e che questi significati diversi che si danno alla parola implicano anche visioni politiche diverse, che non sono però esplicitate. Abbiamo quindi avuto voglia di rendere visibile e di analizzare l’ambiguità che esiste rispetto al termine safe. E anche di soffermarci sulle implicazioni politiche che conseguono ai differenti usi della parola.”