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Abbiamo deciso di tradurre e pubblicare questo articolo poiché riteniamo che possa essere uno strumento utile a stimolare ed arricchire la discussione all’interno dei movimenti femministi sul posizionamento politico nei confronti delle persone trans*, per esempio a proposito dell’inclusività nei loro confronti e della possibilità di realizzare delle alleanze.
A partire dagli anni ‘70 il femminismo bianco, principalmente negli Stati Uniti, ha dovuto fare i conti con questa discussione che è diventata uno dei nodi storici del movimento femminista. Questo contrasto si è manifestato con forza nelle pratiche separatiste dove il movimento femminista, seppur mantenendo una varietà di approcci, si è polarizzato intorno a due posizioni: da un lato chi non includeva le persone trans* nei propri spazi separati e dall’altro chi nel tempo ha costruito la possibilità di allearsi e coesistere in spazi separati per donne, lesbiche e trans*. Questo esempio non è casuale ma indicativo di come l’intero discorso sia spesso stato semplificato e ridotto alla questione delle pratiche di inclusione/esclusione. Ci piacerebbe quindi stimolare ed arricchire il dibattito non nell’ottica di una guerra sulle barricate in difesa di queste posizioni, ma piuttosto di una riflessione e un confronto collettivi, anche se conflittuali. Una delle questioni che ci sembra interessante affrontare è il posizionamento nei confronti delle persone che attuano o che hanno attuato una transizione dal femminile verso il maschile (FtM) ed il modo in cui esse vengono percepite all’interno degli ambienti femministi.